La Tanzania ospita artisti di cinque nazioni per la Biennale d’Arte dell’Africa Orientale

Dar es-Salaam, 2 nov. – Artisti di cinque Paesi partecipano alla V edizione della Biennale d’Arte dell’Africa orientale, che ha aperto i battenti oggi a Dar es-Salaam. Alla manifestazione, che si concluderà’ il 16 novembre, sono esposti dipinti, sculture, fotografie, ceramiche e installazioni artistiche di autori provenienti da Tanzania, Kenya, Uganda, Ruanda e Burundi.

Sei i luoghi di esposizione delle opere: Alliance Francaise, Goethe Institut, Nafasi Art Space, la Petite Galerie e due alberghi di Dar es-Salaam. A margine della manifestazione si svolgeranno spettacoli musicali e teatrali, diretti da alcuni tra i piu’ validi talenti artistici del continente.

Fonte: Agi News Afro2 novembre 2011

Augere annuncia la copertura WiMAX di Tanzania, Rwanda ed Uganda

Tanzania, Rwanda ed Uganda. Altri tre tasselli si aggiungono per completare la copertura WiMAX che gradualmente sta interessando l’intero continente africano. L’operatore wireless che ha investito (e lo sta ancora facendo) per le licenze di queste Nazioni si chiama Augere, una società fondata nel 2007 con l’intento di rendere la banda larga ultraveloce accessibile a tutti.

I servizi wireless di Augere partiranno, operando con il marchio commerciale QUBEE, a Novembre 2011 nella città di Kigali, capitale e città più popolosa del Rwanda.

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Il Ruanda progetta il suo futuro digitale

Il Ruanda immagina un futuro digitale e si affida per la sua realizzazione all’ambizioso progetto denominato “Vision 2020” che costituisce un’articolato programma di sviluppo per i prossimi 20 anni.

L’avveniristico programma sostenuto dal Presidente ruandese Paul Kagame ha raggiunto il suo primo importante risultato mediante l’installazione di 2300 Km di fibre ottiche che consentiranno di collegare il paese africano al cavo sottomarino che passa lungo la costa dell’Africa orientale.

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La Tanzania punta ad essere l’hub logistico dell’Africa orientale

Dar es-salaam, 30 mar. – La Tanzania punta a sfruttare la posizione geografica e le dimensioni del proprio territorio per diventare un hub logistico per l’intera Africa orientale.

Il governo presieduto da Jakaya Kikwete intende investire in infrastrutture stradali e ferroviarie per accelerare il trasporto di merci e persone dal porto della capitale Dar es-salaam verso le nazioni confinanti prive di sbocchi diretti sull’oceano Indiano (Ruanda, Burundi, Uganda, Zambia e Malawi). Per riuscirci bisognera’ vincere anche la concorrenza di altre porti: Durban (Sud Africa), Beira (Mozambico) e Mombasa (Kenya).

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Solo noi donne possiamo costruire una nuova Africa

Juliet Torome

In Kenya, il mio Paese d’origine, si usa dire che quando due elefanti combattono, è l’erba a soffrirne. E questo è evidente nei numerosi conflitti che l’Africa ha visto negli ultimi 50 anni. Nella Repubblica Democratica del Congo, le bande di predoni che pretendono di essere combattenti per la libertà, e l’esercito governativo che li combatte, hanno usato per decenni lo stupro come arma contro donne indifese. Dopo la fine del genocidio ruandese, il pesante fardello di ricostruire una società devastata è stato sostenuto dalle donne del Paese.

Eppure, quando si tratta di azioni per evitare tali crisi, le donne africane spesso vengono lasciate da parte. Si considerino gli attuali sforzi dell’Unione africana per trovare una soluzione all’impasse politico seguito alle elezioni in Costa d’Avorio. Tra i cinque leader africani convocati in occasione del vertice dell’Unione africana ad Addis Abeba, in Etiopia, per coordinare i negoziati, non c’era nemmeno una donna.

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L’Unione Africana avanza: cinque nazioni si fondono per formare un unico stato sovrano

East African Federation è il nome proposto dall’assemblea politica dei paesi membri della Comunità dell’Africa orientale (East African Community) per identificare la futura fusione di cinque Stati membri (Burundi, Kenya, Rwanda, Tanzania e Uganda) in un unico stato sovrano.

L’assemblea preposta ha inoltre deciso di coniare una nuova valuta, lo scellino dell’Africa orientale, che sarà messo in circolazione nel nuovo stato sovrano nel 2012. Con un’area di 1.820.664 di km ² l’East African Federation sarà la quarta nazione più grande dell’Africa e sedicesima su scala mondiale; nei cinque stati, conglobati in un’unico stato, risiederà una popolazione di 127.139.000 persone (70 residenti per km²), attestandosi in Africa al secondo posto come densità di popolazione (dopo la Nigeria) e all’undicesimo posto su scala planetaria.

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Sundance 2011 – Spazio alle culture black

Ci siamo! Oggi parte la maratona del Sundance Film Festival: undici giorni fitti di anteprime mondiali e internazionali, film ed eventi – 279 gli spettacoli in programma – che daranno agli accreditati il polso del cinema indy.

In un’edizione che spicca per l’assoluta latitanza del made in Italy (appena un lungo, I baci mai dati di Roberta Torre, e un corto), il nostro compito è segnalare un interesse crescente per l’Africa e per le diaspore nere, anche se non necessariamente questa attenzione è accompagnata da film diretti da autori black. Per il momento, quello che possiamo fare è aprire la nostra consueta panoramica su protagonisti, temi e paesi al centro dei film che abbiamo individuato all’interno del programma.

Partiamo dalle sezioni più ambite, quelle competitive. In quella riservata ai lungometraggi non statunitensi (World Cinema Dramatic Competition), giorni addietro abbiamo menzionato l’ultima fatica del franco-algerino Amor Hakkar, Quelques jours de repit, sulla singolare relazione che si viene a creare fra due gay iraniani in fuga dal regime degli ayatollah e una accogliente e attempata signora di provincia.

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L’altra Africa: quella della crescita impressionante

Mentre Algeria e Tunisia bruciano nelle fiamme di una protesta sociale che covava sotto le ceneri della repressione poliziesca del regime di Ben Ali e dell’ineguale (ma forse sarebbe meglio dire inesistente) redistribuzione del tesoro petrolifero-gasiero che ha arricchito la cricca al potere ad Algeri, c’è anche un’altra Africa, sconosciuta e con poca “letteratura” ed attenzione dei media che cerca faticosamente ma rapidamente di crescere.

Non è più l’Africa mediterranea e sahariana, che vende le sue risorse agli europei e prostituisce i suoi politici all’occidente, in un rapporto incestuoso fatto di denaro in cambio di petrolio e manodopera a basso costo e del sostegno neocolonialista a regimi “moderati”, solo perché non islamisti, ma che usano la religione e la forza per controllare una popolazione sempre più disperata e scontenta.

L’Africa che cresce è quella subsahariana, l’area più povera del pianeta, quella che esce da poco da guerre civili o addirittura cova ancora al suo interno conflitti etnici-tribali.

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Nuovo vocabolario Kinyarwanda-Inglese

E’ stato presentato nel fine settimana a Kigali un nuovo dizionario bilingue Kinyarwanda-Inglese , edito da Fountain Publishers Ltd e curato dal prof Geoffrey Rugege, un professore rwandese che ha vissuto per quasi trenta anni negli USA.

Secondo i promotori, la nuova opera dovrebbe consentire ai rwandesi della diaspora di avvicinarsi alla madrelingua, come è stato il caso dei figli dell’autore, e ai rwandesi di apprendere la nuova lingua che da questo anno scolastico ha fatto il suo ingresso ufficiale come lingua d’insegnamento nelle scuole.

Consentirà anche a tanti visitatori e amici del Rwanda di dare finalmente una forma ortografica corretta ai più comuni  vocaboli ascoltati nella vita di tutti i giorni e magari appuntati in maniera approssimativa.

Fonte: Albe Rwandesi4 ottobre 2010

Festivaletteratura 2010 – L’Africa è protagonista

Festivaletteratura 2010 ha visto l’Africa protagonista.

E’ stato un giorno molto impegnativo sabato 11 settembre a Mantova, il penultimo giorno del Festivaletteratura 2010. L’evento iniziato l’otto settembre e terminato domenica 12 ha coinvolto la piccola città dei Gonzaga  che ha potuto vivere diverse esperienze culturali, apprezzare tanto i materiali scritti quanto altre forme della creatività umana. E’ questo ciò che rende l’ARTE qualcosa di vivo quanto la vita stessa.

“Viviamo per raccontare storie; perciò noi stessi siamo una parte di quelle storie che raccontiamo,” ha detto un relatore sabato pomeriggio durante una conferenza e sono abbastanza sicuro che ci credesse davvero perché il festival di Mantova attrae persone da ogni dove e c’è spazio per tutti per raccontare le proprie esperienze.

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