Ricordando il grande Bearzot che amava il calcio africano


Un maestro di calcio che sapeva guardare al futuro

Milano – Il rapporto di Enzo Bearzot coi giornalisti era di odio-amore. Tutti gli riconoscevano grande preparazione e saggezza, eppure le critiche nei suoi confronti non mancarono. Anzi, furono feroci. E, paradossalmente, proprio nel 1982, l’anno della vittoria dell’Italia ai Mondiali di Spagna.

L’inizio nel torneo non fu buono e alcune scelte del ct vennero contestate. Così si scatenarono i giornali e Bearzot non ci pensò due volte: silenzio stampa. I risultati poi arrivarono, e che risultati. E al ct anche i giornalisti perdonarono lo sgarbo di aver tolto loro le notizie di prima mano.

La previsione sull’Africa

Correva l’anno 1986 e nella quiete della Meson del Angel di Puebla, sede della poco fortunata spedizione azzurra in Messico, chiacchierando coi giornalisti Enzo Bearzot fece una previsione sul futuro del pallone: “Nei prossimi anni le nazionali africane saranno sempre più competitive. Sono atleti molto forti, occorre loro solo la tecnica. Ancora qualche anno e avranno anche quella”.

Mai previsione fu più azzeccata. In quella edizione dei mondiali, vinta dal genio (e anche un pò dalla mano) di Maradona, erano solo Algeria e Marocco a rappresentare il continente nero. Poi, anno dopo anno, il calcio si è diffuso sempre di più in Africa, inondando di buoni giocatori i campionati europei.

Fonte: Il Giornale.it21 dicembre 2010

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